Gli impianti irrigui aziendali e l’efficienza dell’irrigazione
01/08/2021Gli impianti irrigui aziendali – Gli impianti di microirrigazione
15/08/2021Gli impianti irrigui aziendali – Gli impianti per aspersione
Continuiamo la nostra carrellata sugli impianti irrigui maggiormente presenti nelle aziende agricole italiane, oggi parleremo degli impianti per aspersione.
Per metodo irriguo si intende la maniera con cui l’acqua viene distribuita in campo, mentre con ilo termine sistema si indicano solitamente, un insieme di elementi tra loro collegati in modo da formare un unico complesso funzionale.
I metodi irrigui vengono usualmente raggruppati in due categorie: metodi gravitazionali, per i quali non è necessario mettere l’acqua in pressione in quanto si muove sul suolo in leggera pendenza attraverso reti, canali e solchi, e metodi che danno l’acqua in pressione che si muove, quindi, in reti di condotte.
Tra i metodi gravitazionali, i più comuni sono la sommersione, totale o parziale, lo scorrimento (ad ala doppia, ala semplice), l’infiltrazione laterale e la subirrigazione freatica. Essi rappresentano la maniera di irrigare più antica e, ancora oggi in alcuni areali di coltivazione, è attualmente utilizzata.
I metodi in pressione comprendono l’aspersione e la microirrigazione che differiscono, sostanzialmente, per tutte le conseguenze della localizzazione dell’adacquamento che contraddistingue i metodi di microirrigazione.
Gli impianti ad aspersione consistono nel somministrare l’acqua attraverso apparecchi erogatori chiamati irrigatori. Da essi fuoriesce un getto d’acqua con le caratteristiche di una pioggia artificiale. La vasta gamma di irrigatori disponibili rende l’irrigazione per aspersione adattabile alle più svariate condizioni di terreno e di coltura in quanto si presta a raggiungere obiettivi multipli (irrigazione umettante, dilavante, climatizzante, pre-semina, pre-trapianto e post-raccolta).
Gli irrigatori possono essere di tipo statico o dinamico. L’irrigatore statico, utilizzato soprattutto per il verde ornamentale, bagna contemporaneamente un’area circolare di varia dimensione in relazione alla gittata; l’irrigatore idrodinamico, il più comune utilizzato in agricoltura, bagna l’area circolare di sua pertinenza attraverso un gettito di rotazione.
In relazione al meccanismo di movimento si distinguono gli irrigatori a percussione, nei quali la rotazione è determinata dall’impatto del getto principale o di uno secondario su un battente, e gli irrigatori a turbina nei quali la rotazione della testa degli irrigatori è provocata dal passaggio dell’acqua in una piccola turbina. La rotazione di norma è a 360 gradi ma può anche essere regolata a 180 gradi.
Per quanto riguarda il getto, esso può avere varie inclinazioni (dai 4 ai 7 gradi per gli irrigatori posti sotto la chioma dell’albero, fino ai 32o per gli irrigatori posti sopra la chioma dell’albero)
Le caratteristiche principali di un irrigatore ad aspersione sono: il diametro di sezione erogante (d, in mm), la pressione di esercizio o il carico di esercizio, la portata, il diametro e il raggio.
Per quanto riguarda i tipi di impianto, ne esistono numerosi e possono esserci diverse varianti per ogni tipo.
Possono essere suddivisi in in impianti ad aspersione fissi, stanziali e mobili in relazione alla stabilità nel tempo delle attrezzature in campo.
Negli impianti fissi tutte le tubazioni sono in posizione fissa per tutta la durata economica dell’impianto e ogni irrigatore bagna una porzione fissa di terreno, per irrigare basta quindi aprire (manualmente o automaticamente) delle valvole.
Le condotte sono di solito a una profondità di circa 0,30 – 0,75 cm sotto il livello campagna e l’unica parte visibile sono le astine porta irrigatore e gli irrigatori.
Questo tipo di impianto non presenta limiti di durata dell’irrigazione, né dell’adattabilità a diversi tipi di suoli, di coltura e di condizioni topografiche, rende quindi possibile somministrare volumi di adacquamento piccoli con turni brevi, o viceversa, volumi di adacquamento lunghi con turni lunghi.
E’ più diffuso per gli agrumeti, frutteti, vigneti e altre colture intensive e nel caso di colture arboree gli irrigatori possono essere posti sotto chioma o sopra chioma.
Infine gli impianti ad aspersione stanziali, sono fissi soltanto durante la stagione irrigua, alla fine della quale vengono rimossi per essere rimontati l’anno successivo, talvolta in un appezzamento diverso. Rispetto agli impianti ad aspersione fissi, devono avere condotte leggere e sono più adatti a colture orticole o in pieno campo.
Gli impianti mobili sono composti da ali mobili portanti uno o più irrigatori e da una rete fissa o mobile di tubazioni principali, le ali mobili possono essere a movimento periodico o continuo; le prime spostate manualmente o con l’ausilio di mezzi meccanici in postazioni diverse, per le seconde il movimento è automatico e l’adacquamento può essere continuo.
Dal punto di vista economico, gli impianti fissi e quelli a movimento continuo sono preferibili per colture che richiedono una irrigazione ordinaria, mentre quelli a movimento periodico o a “rotoloni” sono più indicati per una irrigazione di soccorso o un numero ridotto di adacquamento della coltura irrigua.
Fonti consultate: L’acqua in agricoltura Gestione sostenibile della pratica irrigua a cura di Marcello Mastrorilli – Edagricole-New Business Media, collana Università & formazione