Gli impianti irrigui aziendali – Gli impianti per aspersione
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09/09/2021Gli impianti irrigui aziendali – Gli impianti di microirrigazione
La microirrigazione comprende diverse tecniche tutte contraddistinte dall’uso di erogatori di piccola portata, funzionanti a bassa pressione attraverso i quali l’acqua non viene distribuita a tutta la superficie occupata dalla coltura ma solo nelle immediate vicinanze della pianta.
Come conseguenza delle piccole portate e della localizzazione, per assicurare la somministrazione dei fabbisogni irrigui della coltura, soprattutto nei periodi di punta, gli adacquamenti sono di lunga durata (quasi continua in alcuni casi) e ad elevata frequenza anche giornaliera ove necessario.
Il metodo della microirrigazione, è ad elevata efficienza a fronte pero di un costo di impianto che fino a pochi anni fa era giustificabile, oltre che per il verde ornamentale anche per colture intensive (ortive e arbore da frutto).
Recentemente, l’introduzione delle ale gocciolanti, di costo contenuto ha permesso la diffusione di tali materiali microirrigui anche su colture da pieno campo.
Esistono numerose varianti di impianti a microirrigazione, distinte soprattutto per il tipo di erogatore utilizzato e alla sua posizione rispetto alla superficie del terreno.
I principali tipi di erogatori sono spruzzatori e gocciolatori; la categoria dei gocciolatori comprende i microtubi ed i tubi disperdenti (manichette forate o porose) .
Rispetto al tipo di erogatore impiegato si distinguono gli impianti a goccia (quelli che utilizzano i gocciolatori) e quelli a spruzzo (quelli che utilizzano gli spruzzatori).
Gli spruzzatori sono sempre posti fuori terra, mentre i gocciolatori possono essere installati fuori terra, allora si parla di irrigazione a goccia di superficie, o interrati (irrigazione a goccia sottosuperficiale o sub-irrigazione a goccia).
Gli spruzzatori e i gocciolatori
Gli spruzzatori possono essere statici o rotanti anche se i più diffusi sono quelli statici. Bagnano aree di forma circolare (360o ) o a settore di cerchio.
La diffusione di impianti di microirrigazione con spruzzatori nelle colture arboree a sesto ampio è legata all’esigenza, in determinate situazioni pedagogiche, colturali e di conseguenza dell’acqua (turnata) di aumentare la percentuale di superficie bagnata e/o di ridurre la durata e la frequenza degli adacquamenti (turni più lunghi rispetto alla goccia). Consentono inoltre, rispetto ai gocciolatori, di ridurre i rischi di occlusione quando si utilizzano acque con caratteristiche non ottimali.
Spruzzatori con valori elevati del grado di polverizzazione (nebulizzatori) vengono utilizzati per l’irrigazione di climatizzazione in serra o nei vivai ove sono presenti contemporaneamente, un impianto a goccia per le irrigazioni ordinarie ed uno, appunto, di nebulizzazione per la climatizzazione.
Gli spruzzatori vengono inseriti in derivazione nelle tubazioni (ali eroganti) direttamente o tramite tubicini in PE di piccolo diametro (8 16 mm) le ali possono essere fuori terra o interrate ma gli spruzzatori sono sempre fuori terra. Se le ali sono interrate, il collegamento con lo spruzzatore fuori terra avviene attraverso piccoli tubi. Sistema tipico di connessione con gli spruzzatori è il cosiddetto “gruppo aspergente a baffo” , costituito da una Tee collegata all’ala erogante attraverso tubi in PE di diametro 12-16 mm, che porta alle due estremità due spruzzatori statici a 180o . Tale sistema è molto diffuso nelle colture arboree (agrumeti e uliveti) del sud Italia.
I gocciolatori erogano l’acqua in maniera puntiforme. La diffusione dell’acqua nel terreno attorno al punto di erogazione dipende dalle caratteristiche del terreno stesso (tessitura, struttura, conducibilità idraulica ecc) del gocciolatore (portata) e dall’esercizio irriguo (volume erogato in un adacquamento). Tali parametri dell’irrigazione a goccia, assumono un ruolo fondamentale sia nella progettazione che nella gestione degli impianti.
Affinché l’acqua fuoriesca a gocce, il carico idraulico viene dissipato all’interno del gocciolatore, di solito attraverso un percorso a labirinto lungo e tortuoso.
I gocciolatori possono essere raccordati all’ala in derivazione oppure inseriti in linea.
Le ali con i gocciolatori in derivazione vengono normalmente sospese a strutture portanti varie (ad esempio in fili zincati nei frutteti allevati a spalliera o a tendone).
L’introduzione delle ali gocciolanti integrali ha anche consentito la meccanizzazione dell’installazione degli impianti a goccia. Infatti la tubazione, senza soluzioni di continuità e senza sporgenze, è venduta in bobine che possono essere svolte in campi mediante aste e possono essere raccolte a fine ciclo della coltura o a fine stagione irrigua, tramite bobine meccanizzate.
I tubi disperdenti possono essere microforati o porosi, i primi detti “manichette” sono utilizzati soprattutto in colture ortive da pieno campo allevati in filari. I tubi disperdenti sono di solito meno costosi delle ali gocciolanti ma di minore uniformità.
Le principali caratteristiche dei microerogatori che è necessario conoscere e che ne influenzano l’uniformità di distribuzione sono la relazione portata pressione, la variabilità costruttiva e la resistenza all’occlusione.
L’irrigazione a goccia sottosuperficiale
L’irrigazione sottosuperficiale con ali erogatrici è stata sperimentata a metà degli anni 80 su colture allevate a filari.
Tali impianti sono progettati e costituiti da tubazioni di piccolo diametro (16-25 mm) in materiale plastico e con erogatori a labirinto coestrusi durante il processo di fabbricazione. Le ali gocciolanti vengono interrate a una profondità di 0,5 – 0,80 m a distanza variabile in relazione al tipo di coltura e terreno. I gocciolatori si trovano su sull’ala a interdistanza di solito comprese fra 0,15 e 1 m e hanno di norma una portata comopresa fra 1,2 – 4 l/ora.
Rispetto all’irrigazione a goccia di superficie, la subirrigazione presenta numerosi vantaggi tra cui: maggiore efficienza potenziale, maggiore durata delle tubazioni, minore rischio di occlusione del gocciolatore, minore sviluppo di erbe infestati, maggiore efficienza della faertirrigazione, nessun ostacolo superficiale e nessun impatto estetico.
Fonti consultate: L’acqua in agricoltura Gestione sostenibile della pratica irrigua a cura di Marcello Mastrorilli – Edagricole-New Business Media, collana Università & formazione